“Amor, ch’a nullo amato amar perdona” Il verso che ha reso eterno l’amore secondo Dante Alighieri, Inferno, Canto V

“Amor, ch’a nullo amato amar perdona” Il verso che ha reso eterno l’amore secondo Dante Alighieri, Inferno, Canto V

 

“Amor, ch’a nullo amato amar perdona” – Il verso che ha reso eterno l’amore secondo Dante

C’è una frase che, da secoli, attraversa il tempo come un sospiro antico: “Amor, ch’a nullo amato amar perdona.” Otto parole che raccontano l’essenza più profonda — e più pericolosa — dell’amore: quella forza che avvolge, travolge e non concede scampo.

Questo verso, che molti conoscono anche senza ricordare dove l’hanno sentito, nasce dalla penna di Dante Alighieri e si trova nel Canto V dell’Inferno della Divina Commedia, dove due anime, Paolo e Francesca, danzano per sempre nel turbine dei dannati.

Dante, l’amore e la colpa

Nel Canto V, Dante incontra i lussuriosi: coloro che hanno ceduto al desiderio, seguendo il cuore più che la ragione. Tra loro, Francesca da Rimini racconta la sua storia: un amore proibito, nato leggendo insieme il romanzo di Lancillotto e Ginevra. La lettura si interrompe in un bacio, e da quel momento, il destino è segnato.

Quando Francesca pronuncia “Amor, ch’a nullo amato amar perdona”, giustifica così la propria passione: l’amore, dice, non lascia libero chi è amato dal ricambiare. È una legge naturale, inesorabile, che neppure la morale o la religione possono infrangere.

Un verso che vive da sette secoli

Dante, pur condannando il peccato, regala a Francesca parole di una tenerezza immortale. In pochi versi, l’amore peccaminoso diventa amore assoluto, e Paolo e Francesca — condannati all’Inferno — conquistano l’eternità nel cuore dei lettori.

Quel “non perdona” non è un rimprovero: è la constatazione di una forza universale. Amare, per Dante, significa abbandonarsi a qualcosa di più grande di sé. Ecco perché questo verso continua a risuonare dopo sette secoli: perché tutti, almeno una volta, ci siamo sentiti Paolo o Francesca.

L’amore, secondo Il Gatto Saggio

Per noi di Il Gatto Saggio, l’amore di Dante non è soltanto una tragedia letteraria, ma una forma di consapevolezza. Significa riconoscere la potenza delle emozioni, accettare la vulnerabilità, e sorridere — un po’ ironicamente — del fatto che, in fondo, nessuno sfugge davvero al proprio cuore.

Abbiamo voluto dedicare una felpa a questo verso per portare la poesia nella vita quotidiana: non come monumento alla sofferenza, ma come gesto leggero e colto, un modo per dire che sì, anche la cultura può essere indossata.

“Amor, ch’a nullo amato amar perdona” oggi

In un mondo veloce, dove i sentimenti si consumano in un click, queste parole ci ricordano che amare resta un atto rivoluzionario. Che l’amore non è solo dolcezza, ma anche responsabilità, rischio, verità. E che la letteratura, ancora oggi, sa dirlo meglio di chiunque altro.

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