“Lasciate ogne speranza, voi ch’intrate” — La soglia dell’Inferno secondo Dante

C’è una frase che da secoli risuona come un monito potente e inquietante: “Lasciate ogne speranza, voi ch’intrate.” Una scritta che campeggia all’ingresso del regno dei dannati nella Divina Commedia, e che oggi trasforma una felpa in un simbolo di stile e riflessione.

Dante, la porta e il viaggio nell’aldilà

Nel Canto III dell’Inferno, Dante Alighieri e la sua guida Virgilio si trovano davanti all’ingresso dell’Inferno. Sopra la porta leggono un’iscrizione che inizia con: “Per me si va ne la città dolente, / per me si va ne l’etterno dolore, / per me si va tra la perduta gente…” …e conclude: “Lasciate ogne speranza, voi ch’intrate.” : Questo verso è un ammonimento: varcare quella soglia significa rinunciare alla speranza, entrare nel luogo delle anime che hanno perso la via. : È un’immagine forte, che parla del limite, dell’abbandono, ma anche — paradossalmente — della certezza dell’io che fronteggia l’ignoto.

Perché questa frase oggi

In un’era dove tutto è “possiamo fare, possiamo cambiare, possiamo reinventarci”, questa citazione ci ricorda che a volte il cammino prevede una resa — una distruzione del superfluo — prima della rinascita. Indossare questa frase significa dire: Non mi accontento di mezze vie, scelgo il coraggio della soglia. Non temo il “non ritorno” se questo significa essere autentico. È un invito a mettere in discussione le proprie certezze, a passare da “entrate” figurative dove l’unica via è avanti, verso l’essenza.

L’interpretazione de Il Gatto Saggio

Per noi di Il Gatto Saggio, “Lasciate ogne speranza, voi ch’intrate” non è solo un verso drammatico: è una sfida stilistica e culturale. Significa trasformare un antico monito in un gesto contemporaneo. La felpa diventa un medium per dire: *Questo sono io. Ho attraversato le mie “porte”, ho lasciato le mie speranze facili, e ho scelto di vestire con consapevolezza.* È l’idea che il capo d’abbigliamento non deve solo coprire: può dichiarare, riflettere, provocare.