“Nel mezzo del cammin di nostra vita” — L’inizio del viaggio secondo Dante

C’è un verso che più di molti altri ha il potere di farci sentire in cammino: “Nel mezzo del cammin di nostra vita”. Tre semplici parole che non indicano soltanto una metà temporale, ma un punto di svolta: quello in cui si smarrisce la via e si cerca la strada giusta.

Questo verso inaugura la prima cantica della Divina Commedia — l’Inferno — e ci racconta che ogni cammino è, in fondo, un risveglio dalla selva oscura. (Fonte: studi danteschi)

Dante, la selva oscura e la “diritta via” perduta

Nel Canto I dell’Inferno, Dante Alighieri si presenta: «Nel mezzo del cammin di nostra vita / mi ritrovai per una selva oscura / ché la diritta via era smarrita.» Con queste parole, il poeta ci mette subito nell’esperienza della crisi, del disorientamento, dell’“aver smarrito la strada”. La “selva oscura” è più di un bosco fisico: è l’allegoria dell’anima che perde la via, della vita che devia dal suo senso, del cammino umano segnato dal peccato e dall’errore.

Quel “nostra vita” non è solo personale: Dante parla per tutta l’umanità. Sceglie la formula “mezzo del cammin” perché, secondo tradizione, la vita umana era stimata intorno ai settanta anni — e quindi la “metà” simbolica rappresenta il momento della riflessione, del bilancio, della trasformazione.

Perché questa frase oggi

In un’epoca in cui siamo sempre “in corsa”, spesso senza sapere verso dove, quel verso ci invita alla consapevolezza del cammino. Indossarla significa dire: Sono in viaggio. Non sono perfetto. Ho perso la strada, ma sto cercando la via. È un invito a riconoscere che la vita non è soltanto arrivo, ma cammino — con deviazioni, pause, momenti in cui la “via diritta” sembra perduta.

L’interpretazione de Il Gatto Saggio

Per noi, questa felpa non è solo un capo: è un racconto. Significa scegliere un abito che riflette un pensiero, non solo una grafica. Indossare “Nel mezzo del cammin di nostra vita” significa abbracciare l’idea che il viaggio conta tanto quanto la meta. Che smarrirsi a volte è parte del cammino — e che non aver paura di dire “mi sono perso” può diventare la forza più autentica.